S’intitola “Safeguarding the EU Sustainability Framework” la lettera congiunta firmata da personalità di spicco UE, fra ex commissari europei, ministri e alti rappresentanti delle Nazioni Unite e pubblicata lunedì 23 giugno. 

La lettera pone l’accento sui rischi legati all’introduzione del nuovo pacchetto Omnibus I con il possibile smantellamento delle conquiste normative in materia ambientale e sociale legate alla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD).

“Il recente pacchetto normativo dell’UE sulla sostenibilità (Omnibus I), volto a semplificare le regole e a rafforzare la competitività dell’economia europea, rischia di smantellare il quadro normativo sulla sostenibilità attentamente costruito nel corso degli anni. La rimozione o il rinvio di regolamentazioni sviluppate attraverso un ampio consenso, e che costituiscono le fondamenta della transizione verso un’economia più sostenibile e resiliente, rappresenta un preoccupante passo indietro. Comprendiamo e condividiamo la preoccupazione riguardo alla possibilità che prescrizioni burocratiche e normative eccessive possano avere un impatto sulle operazioni interne delle aziende europee. Per questo, sosteniamo gli sforzi volti a ridurre e snellire tali prescrizioni. Tuttavia, riteniamo essenziale mantenere saldi alcuni principi inamovibili e impegni politici che hanno reso l’Unione Europea leader globale in materia sociale e ambientale – principi che sono ora più che mai cruciali per la coesione dell’Unione e per il rafforzamento della sua influenza globale”, si legge nella lettera.

Il documento sottolinea come la transizione verso un’economia più equa e sostenibile non possa più attendere e che gli impatti del cambiamento climatico, con i loro elevati costi economici e sociali, debbano essere affrontati con urgenza ascoltando quanto indicato dalla comunità scientifica. La decarbonizzazione, un processo più che mai necessario e non rimandabile, richiederà cambiamenti trasformativi nei modelli di produzione, supportati da politiche pubbliche che promuovano la trasparenza e creino incentivi e disincentivi chiari per gli attori del mercato.

“La transizione – si legge nella lettera –  non è solo una sfida, ma anche un’opportunità strategica per costruire un’Unione Europea più autonoma e resiliente alle crisi e agli shock esterni, soprattutto in aree-chiave come l’energia, l’approvvigionamento di materie prime critiche e la stabilità delle catene di approvvigionamento”.

Il documento sottolinea inoltre come quella fra “sostenibilità e responsabilità sociale” versus “efficienza e competitività” sia una falsa dicotomia. Al contrario, questi obiettivi vengono definiti “compatibili” e “reciprocamente consolidanti”: “un forte impegno per la sostenibilità migliora la competitività, rafforza la resilienza, mitiga i rischi e, in ultima analisi, contribuisce alla creazione di valore a lungo termine e alla fiducia”, si legge nello statement.

La lettera chiede quindi la strutturazione di un quadro giuridico stabile e coerente che garantisca la certezza del diritto e promuova attivamente una condotta aziendale responsabile, con regolamentazioni chiare in materia di sostenibilità che creino certezza e costruiscano fiducia tra i consumatori e i mercati finanziari, incoraggiando gli investimenti nell’innovazione e nelle tecnologie pulite che supportano gli obiettivi sociali e climatici dell’Europa. “Al contrario – si afferma nel documento – l’indebolimento di queste regolamentazioni rischia di minare gli incentivi a sviluppare tecnologie e modelli di business sostenibili all’interno dell’UE”.

Il gruppo di firmatari, si legge nella lettera, auspica e chiede “una competitività radicata nell’innovazione e nella giustizia sociale, non in una corsa al ribasso attraverso il taglio dei costi o l’erosione degli standard di benessere e dei diritti umani, sia all’interno dell’UE che nei paesi terzi”. “L’Europa – prosegue il documento – deve mantenere questa leadership morale non solo all’interno del proprio territorio, ma anche lungo le catene di approvvigionamento altamente internazionalizzate delle principali aziende che operano nell’UE”.

Per maggiori approfondimenti leggi la lettera congiunta.