
Il recente annuncio della soppressione dell’Unità dedicata all’Economia Sociale all’interno della DG GROW (Direzione Generale per il Mercato Interno, l’Industria, l’Imprenditoria e le PMI) della Commissione europea ha suscitato sorpresa e preoccupazione tra molti membri del GECES – Gruppo consultivo di esperti sulla social economy e le imprese sociali della Commissione Europea, in cui Social Impact Agenda per l’Italia (SIA) siede rappresentata dal prof. Mario Calderini.
Con una lettera aperta alla Commissione, sottoscritta dal prof. Calderini in rappresentanza di SIA, il GECES esprime il proprio parere in merito a tale scelta, sottolineando in primis una certa sorpresa rispetto al metodo adottato. “La decisione, che trasferisce in toto la responsabilità delle politiche sull’economia sociale alla sola DG EMPL (Direzione Generale per l’Occupazione, Affari sociali e Inclusione), è stata comunicata a posteriori, senza alcun preavviso o consultazione preventiva con il Gruppo”, si evidenzia nel testo.
Negli ultimi anni, l’approccio della Commissione europea all’economia sociale ha conosciuto un’evoluzione significativa, anche grazie al dialogo costruttivo tra una pluralità di attori e punti di vista. All’interno del GECES è emersa l’importanza di adottare una visione olistica dell’economia sociale, che ne valorizzi sia le dimensioni sociali e occupazionali, sia quelle imprenditoriali, industriali e strategiche. Questo approccio riflette la consapevolezza crescente che l’economia sociale rappresenti un ecosistema trasversale a diverse politiche pubbliche, coinvolgendo settori produttivi eterogenei quali ad esempio “energie rinnovabili”, “sanità”, “edilizia”, “turismo” e “tessile”.
Nella Lettera si sottolinea come, già durante il primo incontro GECES dello scorso ottobre, una delle principali raccomandazioni degli esperti riguardasse proprio l’opportunità di ampliare il coinvolgimento delle diverse Direzioni Generali della Commissione, rafforzando la co-presidenza tra DG EMPL e DG GROW. La chiusura dell’unità della DG GROW dedicata all’economia sociale — che ha avuto un ruolo chiave nei progressi compiuti — rischia ora di compromettere tale impostazione trasversale.
La Lettera evidenzia, infine, come una tale riorganizzazione, pur essendo una competenza interna della Commissione, influenzi direttamente il contesto operativo e strategico del Gruppo.
Nel documento si ribadisce con forza l’importanza di garantire continuità nell’attuazione delle principali iniziative dell’EU Social Economy Action Plan, della Raccomandazione del Consiglio per lo sviluppo delle condizioni quadro dell’economia sociale e del Transition Pathway dedicato. Iniziative che toccano ambiti ben più ampi del singolo mandato della DG EMPL.
“L’economia sociale non è un settore di nicchia – si legge nella Lettera – ma una leva strategica per uno sviluppo sostenibile e inclusivo dell’Europa, fondato sui valori della solidarietà, della giustizia, della partecipazione democratica e della cooperazione. Valori oggi più che mai cruciali nel contesto internazionale attuale”.
I membri del GECES, in rappresentanza di Stati membri, società civile e osservatori, evidenziano come l’economia sociale abbia dimostrato un altro grado di resilienza durante le crisi, radicamento nei territori, capacità di generare occupazione e valore sociale, contribuendo alla preparazione dell’Europa alle più urgenti sfide geopolitiche ed ecologiche.
Gli esperti e le esperte del GECES concludono rinnovando l’impegno a rendere l’economia sociale un pilastro della strategia europea e auspicano un incontro diretto con il Commissario competente per riaffermare l’importanza di un’azione coordinata e intersettoriale. Chiedono, inoltre, che venga mantenuto un punto di riferimento per i temi dell’economia sociale anche all’interno della DG GROW, in particolare su aspetti come gli appalti pubblici.
“Questa riorganizzazione sia occasione non di arretramento, ma di rilancio. L’Europa ha bisogno dell’economia sociale per prosperare”, si afferma con convinzione, ora più che mai.