
Pubblicata dall’Istat l’ottava edizione del Rapporto SDGs 2025. Il documento offre una fotografia aggiornata dello stato di perseguimento, in Italia, degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) contenuti all’interno dell’Agenda 2030
I 17 obiettivi, assieme ai target di rispettiva declinazione, riguardano le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, ovvero quella sociale, economica e ambientale, a cui si associa anche quella istituzionale.
Il Rapporto contiene 320 misure statistiche (delle quali 300 uniche, ovverosia riguardanti un solo Goal) per 148 indicatori previsti dall’Inter-Agency Expert Group on SDG Indicators delle Nazioni Unite (UN IAEG-SDGs) per il monitoraggio degli avanzamenti dell’Agenda 2030 a livello globale.
Nel complesso, il Report evidenzia un trend globale tale per cui nel mondo, Italia compresa, sia necessario accelerare i processi e le politiche finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
Nello specifico, nel nostro Paese, malgrado una porzione maggioritaria di misure risulti in miglioramento, sia nell’ultimo anno (oltre il 50%) sia nel decennio (oltre il 60%), oltre il 20% delle misure appaiono segnate da “stagnazione” nel breve e nel lungo periodo e sono stati rilevati dei peggioramenti specialmente nel breve periodo (più di una misura su quattro), ma anche nel lungo. Gli obiettivi con minori progressi sono vita sulla terra, pace, giustizia e istituzioni, acqua, parità di genere e salute.
“Anche in Italia, l’evoluzione temporale degli obiettivi di sviluppo sostenibile sottolinea l’esigenza di un’accelerazione”, ha commentato il presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli, durante l’evento di presentazione del Rapporto Sdgs 2025. “A livello globale, a distanza di 10 anni dal varo dell’Agenda 2030 e di 5 alla scadenza temporale individuata i progressi verso gli SDG pur rilevanti in molti casi non risultano all’altezza delle aspettative (…). Il percorso dell’ultimo decennio è stato infatti segnato da shock esogeni, la crisi pandemica, l’aumento delle tensioni geopolitiche e dei conflitti, la spirale inflazionistica innescata dall’incremento dei prezzi dei prodotti energetici che hanno condizionato negativamente i percorsi. (…) L’ONU ha suonato un campanello d’allarme, sottolineando come senza interventi straordinari nei prossimi cinque anni il fallimento su larga scala degli SDGs rappresenti lo scenario più probabile”, ha spiegato Chelli.
Fonte: Istat