
Accelerare la transizione ecologica e digitale in uno scenario “Net Zero Transformation” potrebbe far volare il Pil italiano: +1,1 % al 2035 e +8,4 % al 2050 rispetto allo scenario di base, a dircelo è il Rapporto di Primavera 2025 dell’ASviS – Associazione Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, dal titolo “Scenari per l’Italia al 2035 e al 2050. Il falso dilemma tra competitività e sostenibilità”, realizzato in collaborazione con Oxford Economics e presentato durante l’evento di apertura del Festival dello Sviluppo Sostenibile a Milano.
In uno scenario “Net Zero Transformation”, spiega il Rapporto, già nel 2035 il tasso di disoccupazione potrebbe ridursi di 0,7 punti percentuali e il rapporto debito/Pil migliorare nonostante l’aumento degli investimenti in tecnologie pulite e infrastrutture verdi. I settori più dinamici sarebbero:
- Manifattura: +9,3 % di valore aggiunto entro il 2050
- Servizi: +5,9 % entro il 2050
- Agricoltura: +7,1 % entro il 2050
- Costruzioni: +6,9 % al 2035 e +18,2 % al 2050
- Utilities: +13,9 % al 2035 e +52,6 % al 2050, grazie allo sviluppo delle rinnovabili .
“È a questo scenario virtuoso che dobbiamo guardare, rispetto agli altri tre analizzati (Net Zero, Transizione Tardiva, Catastrofe Climatica) – ha sottolineato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS e membro del comitato scientifico SIA. Dobbiamo accelerare la transizione, non rallentarla, e sostenerla con investimenti innovativi a tutto campo, perché questo produrrebbe risultati positivi per tutti i settori sia al 2035, sia al 2050, con l’ovvia eccezione dell’estrazione e della produzione di combustibili fossili“.
“La sostenibilità è una leva strategica per rafforzare il sistema produttivo e sociale del nostro Paese ed è sbagliato pensare che ci sia contrapposizione tra sostenibilità e competitività. Come dimostrano le simulazioni condotte con Oxford Economics, l’inazione ha costi crescenti, mentre investire nella sostenibilità conviene, perché aumenta la redditività delle imprese e genera benessere sociale“, ha commentato, Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS .
Durante la presentazione del Report, la presidente di SIA, Giovanna Melandri, ha messo in evidenza ruolo e opportunità per lo sviluppo di un mercato finanziario a sostegno degli SDG in particolare per l’Europa nell’attuale scenario globale.
Il Rapporto, infatti, sottolinea come la crisi del multilateralismo, la diffusione di disinformazione e il ritorno di spinte nazionaliste possano mettere a rischio gli sforzi collettivi necessari per affrontare sfide climatiche e sociali. L’Italia, insieme all’Europa, si legge nel documento – si trova a un bivio storico tra “interventi timidi” e “scelte sistemiche”: rimandare significherebbe pagare un conto sempre più salato, come mostrano gli scenari di “Transizione Tardiva” (Pil – 2,4 % nel 2035) e di “Catastrofe Climatica” (Pil – 23,8 % al 2050) .
Per evitare questo rischio, l’ASviS chiede con urgenza la definizione di un Piano di Accelerazione Trasformativo (PAT) – già annunciato in sede ONU nel 2023 – i cui contenuti economici, sociali, ambientali e istituzionali sono stati elaborati dagli oltre 1.000 esperti dei Gruppi di lavoro ASviS, rappresentanti di 320 organizzazioni aderenti. Del resto, la spinta alla transizione trova solide basi costituzionali (grazie alle modifiche del 2022) e si riflette in una mobilitazione senza precedenti: oltre 1.200 iniziative in tutta Italia nel mese del Festival dello Sviluppo Sostenibile.
Consulta:
– Il Rapporto di Primavera
– La sintesi del Rapporto
– Il comunicato stampa
– La presentazione del direttore scientifico Enrico Giovannini