La nuova normativa europea sulla rendicontazione di sostenibilità aziendale comporterà per le imprese una revisione, in alcuni casi assai significativa, delle scelte strategiche, dei sistemi produttivi e dei modelli di governance, assieme a un importante impatto sugli investimenti e sulle politiche economiche nazionali. 

Nel merito di questo nuovo scenario, ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ha sviluppato il suo nuovo Policy BriefLa rendicontazione di sostenibilità nel contesto europeo e italiano: una rivoluzione in atto”, elaborato dal Gruppo di lavoro Finanza con il supporto della Fondazione Organismo Italiano di Business Reporting (OIBR).
Il documento è stato presentato ieri presso l’Università Roma Tre a Roma durante il seminario
Il Regolamento Tassonomia e i nuovi criteri di vaglio tecnico: l’impatto sui settori dell’economia italiana, organizzato dal Gruppo di lavoro sulla finanza sostenibile ASviS e dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre.

Esperti, studiosi e imprese hanno dialogato sugli impatti del nuovo regolamento europeo sul sistema di classificazione delle attività economiche sostenibili nel nostro Paese.

La Direttiva che vieta il greenwashing concordata recentemente tra il Parlamento europeo e il Consiglio rappresenta un ulteriore passo in avanti verso un’economia più sostenibile e integra efficacemente la legislazione sugli obblighi di rendicontazione delle imprese, ora estesa anche a quelle di medie dimensioni. Finalmente, sarà possibile analizzare i risultati delle aziende con strumenti che, oltre ai risultati economico-finanziari, rivelino in modo credibile anche l’impatto sociale e ambientale, in linea con gli Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu e la recente modifica della Costituzione italiana –  ha commentato Enrico Giovannini, Direttore scientifico dell’ASviS. Con le nuove regole le imprese dovranno accelerare la transizione dei sistemi produttivi verso la sostenibilità a tutto campo e rendere i cittadini-consumatori-risparmiatori, i lavoratori, i manager e gli imprenditori sempre più consapevoli delle conseguenze delle loro azioni. D’altra parte, per un’efficace attuazione della Direttiva è necessario affrontare e risolvere diverse problematiche su cui si sofferma il Policy Brief dell’ASviS, il quale contiene nove proposte rivolte alle istituzioni italiane”.  

Nello specifico, ecco quanto raccomanda il Policy Brief ASviS nelle nove proposte, presentate durante il seminario dell’8 febbraio a Roma, dal professore Stefano Zambon, dell’Università di Ferrara e Fondazione OIBR 

  • Accelerare l’adozione delle direttive europee sulla rendicontazione di sostenibilità; 
  • Definire con attenzione il sistema di revisione/assurance delle informazioni di                                                                      sostenibilità, i soggetti autorizzati a svolgere questa funzione e le competenze ad essi richieste; 
  • sostenere le imprese, specialmente le PMI, nel processo di transizione al nuovo sistema di rendicontazione; 
  • rafforzare i processi di acculturazione e formazione a tutti i livelli delle figure aziendali e professionali coinvolte; 
  • favorire il flusso di dati ESG dalle imprese al sistema bancario e finanziario;
  • agevolare la finanza a impatto tramite il miglioramento della qualità delle informazioni di sostenibilità; 
  • accelerare la digitalizzazione dell’informazione e rafforzare la qualità e la comparabilità dei ratings/scoring ESG a livello europeo e internazionale;
  • contribuire positivamente ai processi europei e internazionali di standardizzazione della rendicontazione di sostenibilità; 
  • favorire una partecipazione più ampia e sistematica della società civile agli organismi preposti alla definizione delle regole in materia di informazione di sostenibilità.

    Clicca qui per consultare il Policy BriefLa rendicontazione di sostenibilità nel contesto europeo e italiano: una rivoluzione in atto”.

    Per saperne di più: ASviS Live, Giovannini: è ora di “cambiare i meccanismi contabili e decisionali”