Per orientare l’allocazione di capitale verso attività economiche che siano realmente svolte a beneficio delle persone e del pianeta sono necessarie criteri e metriche di impatto ben definite.

In questi anni si sono diffusi numerosi standard per la misurazione di impatto sociale, evidenziando una crescente attenzione intorno a questo tema. Tuttavia, la grande eterogeneità tra i molteplici approcci di misurazione confonde, sia le imprese che gli investitori, e crea rischi di social washing. È diventato quindi urgente sviluppare un quadro di riferimento comune e condiviso per tutti gli stakeholder.

Da qui nasce la proposta della Platform on Sustainable Finance della Commissione Europea di creare una tassonomia sociale condivisa a livello europeo. A luglio 2021 la Piattaforma ha pubblicato un documento in bozza per avanzare una proposta di tassonomia sociale, costruita sulla base di norme e principi internazionali, come gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) e i Principi Guida delle Nazioni Unite per le imprese e i diritti umani. Contestualmente è stata aperta una consultazione pubblica per coinvolgere tutti gli stakeholder rilevanti, investitori, intermediari finanziari, aziende e società civile, e raccogliere il loro feedback.

Social Impact Agenda per l’Italia ha partecipato alla consultazione attraverso una nota di commento.

SIA apprezza con favore lo sviluppo della tassonomia sociale, che aiuterà ad integrare gli aspetti sociali nella strategia di finanza sostenibile dell’Unione Europea a sostegno di una transizione giusta, ancora più necessaria rispetto alle conseguenze della pandemia da COVID19.

È fondamentale che la tassonomia sia un incentivo per le imprese a innovare i loro modelli di business verso pratiche di sostenibilità; per gli investitori ad allocare i capitali verso attività che promuovono obiettivi sociali (lavoro dignitoso, comunità inclusive e sostenibili, accesso all’assistenza sanitaria e alloggi di qualità).

Ci attendiamo un quadro coerente che dia importanza tanto agli aspetti sociali quanto a quelli ambientali, che sia inclusivo anche delle piccole e medie organizzazioni, e consenta una corretta gestione degli impatti positivi e negativi, attesi e inattesi, per gli stakeholder.